martedì 29 maggio 2012

Omogeneità vo' cercando ch'è si cara





Classi, lezioni e istituti diversi. L'educazione single sex, spazzata via dal vento degli anni ' 60 e a lungo ritenuta una prerogativa delle scuole private, ha i suoi vantaggi. Sono ormai centinaia le ricerche che dimostrano che gli stili e i ritmi di apprendimento di ragazzi e ragazze sono molto distanti tra loro: non migliori o peggiori, semplicemente diversi. Di conseguenza, un insegnamento che li tratti come se fossero identici, utilizzando la stessa strategia didattica e pretendendo lo stesso tipo di rendimento, va a svantaggio di entrambi. 

Se in Italia il modello di educazione omogenea è statisticamente quasi irrilevante, lo stesso non si può dire nei Paesi di tipologia anglosassone come Stati Uniti e Australia, dove negli ultimi anni si è registrato un netto aumento delle scuole pubbliche che offrono alle famiglie la possibilità dell’educazione distinta per sesso.

L’idea non è di seguire fantomatiche "propensioni innate" verso una materia piuttosto che un´altra, ma di potenziare al massimo le capacità individuali in ogni campo, rispettandone le peculiarità, perché maschi e femmine possano sviluppare al meglio le loro risorse a trecentosessanta gradi. Ragazzi e ragazze sono talmente diversi fisicamente e psicologicamente che sarebbe un errore pretendere che possano fare le stesse cose (per esempio imparare a scrivere) alla stessa età. Meglio quindi tenerli separati.
Da una ricerca di Giuseppe Zaniello, docente di Didattica e Pedagogia a Palermo, si evince come nelle classi di sole ragazze il livello di apprendimento sia migliore, dati che vengono confermati anche da numerose altre esperienze, dai college della borghesia inglese, ai quartieri ghetto delle metropoli americane.

Numerosi studi, inoltre, indicano come le classi miste, anziché eliminare le discriminazioni sessuali, le rafforzano, perché l´insicurezza tipica dei giovanissimi li spinge a uniformarsi maggiormente ai ruoli sociali tradizionali, sia nel comportamento che nella scelta delle materie. I vantaggi, quindi, non riguardano solo la prestazione scolastica, ma lo sviluppo dell´intera personalità.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Sapevate che nel Regno Unito le single sex school sono 1.092, di cui 416 statali, e tra i dieci migliori istituti del Paese, solo uno è misto? In Germania invece Berlino conta 180 scuole pubbliche omogenee, la Francia 238, mentre negli ultimi sette anni gli Stati Uniti hanno convertito 540 istituti pubblici da misti a differenziati.

E in Italia? Beh in Italia ci sono le scuole Faes: una recente classifica, pubblicata dal Corriere della Sera, colloca il Liceo classico Monforte al 19esimo posto tra i 453 istituti superiori della Lombardia, secondo assoluto a Milano e primo tra i licei classici cittadini… meglio di così!

Intervista a Claudia Bertolini


Le donne della Monforte
Interviste ad ex alunne del liceo classico Monforte.
Claudia Bertolini

Maturità del 2007, attualmente sta frequentando l'ultimo anno di università per conseguire la laurea specialistica in Filosofia della Scienza a settembre presso l’Università Cattolica di Milano.
Da agosto 2011 è in America presso l’università Virginia Tech: nel primo semestre ha frequentato quattro corsi di filosofia, mentre durante questo semestre sta scrivendo una tesi sperimentale con oggetto i modelli della scienza, seguendo alcuni progetti attivi nei dipartimenti di fisica e ingegneria del computer.

1) Il liceo Monforte primo classico di Milano secondo la Fondazione Agnelli: che impressione le ha fatto questa notizia?
All'apprendere la notizia dall'altra parte del mondo sono rimasta sorpresa e chiaramente contenta. Ho infatti ricevuto una mail di mia mamma con scritto: "Puoi annoverarti tra le ex-alunne del miglior liceo classico di Milano". Pertanto questo informazione che ha fatto subito un volo transoceanico non può che rendermi orgogliosa di aver frequentato proprio la Monforte. Tuttavia, a parte la sorpresa iniziale, devo dire che questo fatto è prova che la meritocrazia è ancora un valore. La Monforte è un'ottima scuola e questo riconoscimento conferma ciò che, da anni, è una realtà.

2) Che cosa le ha dato in particolare di positivo la Monforte che le è servito per la sua crescita personale e professionale?
Ad essere sincera, penso che, senza la Monforte, non sarei dove sono ora. Anzitutto questa scuola mi ha fornito il metodo di studio, strumento che è risultato indispensabile nella mia carriera accademica per ottimizzare i tempi e ottenere buoni risultati. In secondo luogo, tramite le mie professoresse, dall'alto valore umano oltre che semplicemente professionale, la Monforte è stato il mezzo di trasmissione di quei valori che hanno permesso lo sviluppo della mia persona. La mia ex-scuola incarna due elementi che difficilmente si trovano congiunti nel mondo d'oggi, e ora che mi trovo all'estero, lo sperimento ancora di più. I due fattori sono: la crescita professionale/scolastica/accademica e la crescita umana (lo sviluppo delle virtù proprie della persona e la capacità di uso della propria libertà). Troppo spesso si punta su una crescita professionale svincolata da qualsiasi valore ma, per garantire lo sviluppo integrale della persona umana, bisogna puntare su entrambi i valori (lavorativo e umano: in fondo, il lavoro è stato creato a servizio dell'uomo). Pertanto il riconoscimento della Monforte come miglior liceo classico di Milano è la prova che è bello e soprattutto possibile crescere su entrambi i fronti.

3) Scuola omogenea femminile: un vantaggio o uno svantaggio? perché?
Decisamente un vantaggio. Uomini e donne sono diversi: entrambi partecipano della stessa natura umana ma hanno caratteristiche peculiari non soltanto fisiche ma anche mentali, emotive, spirituali. Avere scuole separate ha lo scopo di esaltare la bellezza di questa diversità e innalzare la femminilità/mascolinità. Il fatto di scoprire, negli anni scolastici, la propria specificità di donna o uomo è poi una ricchezza che diventa bagaglio costante di una vita. Oltretutto sia durante la scuola che alla fine dei miei tredici anni in Monforte, sono sempre stata circondata da amici (maschi e femmine) e ciò che è certo è che, quanto più si apprezza se stessi e si rispettano e amano le proprie caratteristiche come essere uomo o donna, tanto più si è apprezzati ed amati dagli altri.

4) Può condividere un breve ricordo, un episodio, della sua vita scolastica?
Il ricordo più bello che mi porto dietro.. in verità ce ne sono molti ma.. quello più bello è sicuramente l'esperienza di teatro in II media. L'anno della II media normalmente in Monforte è l'anno in cui si mette in scena uno spettacolo teatrale. Noi abbiamo avuto la fortuna di fare "Harry Potter" e io la mega-fortuna di essere addirittura il protagonista. Abbiamo letto il libro, scritto noi stesse il copione, creato la sceneggiatura, recitato e me li ricordo ancora i bambini aggrappati al palco durante la scena finale che urlavano: "Vai Harry". Un'esperienza unica. Ne potrei raccontare molte ancora: gli anni del liceo per esempio sono stati altrettanto ricchi di belle avventure. Per esempio lo scambio con le ragazze della liceo Imera di Palermo: loro sono venute da noi ospiti a Milano per una settimana e noi a Palermo in giugno da loro. Una condivisione decisamente arricchente.

5) Perché scegliere oggi la Monforte?
Sì la consiglierei decisamente perché "Diventare uomini e donne conta" non è semplicemente un motto delle scuole Faes ma la realtà della mia vita adesso e ciò per cui sono riconoscente alla mia ex-scuola. In particolare la consiglierei per l'altro spessore professionale ed umano delle professoresse che ci lavorano e con cui ho avuto il piacere di collaborare anche io l'anno scorso. E' straordinario rendersi conto di quanta passione e amore mettono nel loro lavoro che viene a rappresentare davvero una fetta consistente della loro vita.

Intervista a Stefano Marguccio


Gli uomini dell’ Argonne
Interviste ad ex alunni del liceo scientifico Argonne.
Stefano Marguccio


Classe 1975, maturità 1994, si laurea in giurisprudenza nel 1999 all'Università Statale di Milano. Dopo una breve esperienza lavorativa frequenta nel 2003 il Master in Management Pubblico organizzato dalla Scuola di Direzione Aziendale della Bocconi con una borsa di studio del Comune di Milano. Nel 2004 entra a far parte della carriera diplomatica, suo pallino fin da quando aveva 16 anni. Sposato con Cristina e padre di Giulia, nata nel 2006, parte per la sua prima sede estera come Console d'Italia a Scutari in Albania. Dal 2010 è il Rappresentante Permanente Aggiunto dell'Italia presso le Organizzazioni delle Nazioni Unite in Roma.


1) Che cosa le ha dato in particolare di positivo Argonne che le è servito per la sua crescita personale?
Ho frequentato la Scuola Argonne alle medie e al liceo, due periodi chiave per la formazione della persona che sono oggi. Ripensando a quel percorso direi che la cosa più importante è stata la consapevolezza di partecipare ad uno sforzo educativo in cui docenti e discenti si sentivano parte di un progetto comune. Una scuola in cui i bidelli non ci sono e dove quindi gli studenti dedicano una piccola parte del loro tempo a turno a svolgere un servizio per la struttura, una scuola in cui un professore si fa carico di parlare alla classe di virtù umane e civiche, una scuola in cui si cerca il rapporto personale con l'alunno e il dialogo è davvero una struttura rivoluzionaria. In questo modo non si formano solo studenti preparati e motivati, ma anche cittadini pronti al servizio della comunità e al rispetto delle regole e credo che mai come oggi ci sia bisogno di promuovere valori come questi.

2) In che modo Argonne l’ha aiutata ad affrontare il mondo professionale?
Il Liceo mi ha aiutato a consolidare due cose che ritengo fondamentali anche per la mia vita lavorativa di oggi: un buon metodo di studio e una forte curiosità intellettuale. Le relazioni internazionali oggi sono caratterizzate dal dover gestire una quantità incredibile di informazioni sia di tipo normativo che fattuale. Solo un adeguato esercizio di spirito critico, accompagnato ad una buona memoria e alla gestione del tempo, ti permettono di organizzare queste informazioni e di renderle utili per il lavoro e si tratta più o meno degli stessi strumenti utili a preparare un'interrogazione di letteratura. L'Argonne poi mi ha insegnato ad affrontare lo studio in un'ottica multidisciplinare, facendo collegamenti continui tra storia, matematica, geografia, economia e letteratura. Questo sguardo a trecentosessanta gradi ritengo sia ancora oggi lo sguardo con cui, da diplomatico, devo guardare il mondo.

3) Scuola omogenea maschile: un vantaggio o uno svantaggio? Perché?
Direi sia vantaggio che svantaggio. Per una breve stagione della mia vita sono stato educatore scout e so bene che maschi e femmine tra gli 11 e i 18 anni appartengono a due mondi molto differenti (e i maligni potrebbero insinuare che anche dopo le cose non migliorano). L'educazione "sartoriale" per i due sessi ha dunque senso. Per parte mia poi non posso non affermare che i legami stretti all'Argonne con i miei compagni di classe siano un tesoro che custodisco ancora oggi, dopo aver cambiato città e Paese, e ritengo che alla profondità di quei legami abbia di sicuro contribuito il fatto che la nostra fosse una classe solo maschile. Per vivere bene un'esperienza del genere ritengo però sia fondamentale che il singolo venga aiutato a costruirsi parallelamente un ambito di socializzazione "misto". Per me è stato lo scoutismo, per altri miei amici, l'oratorio. Qui credo entrino in gioco i genitori e le attitudini alla socializzazione del singolo.

4) Un mondo tutto maschile: assomiglia più ad una caserma, ad una squadra sportiva o a un'avventura di pirati? Perchè?
Non ho fatto il militare e non ho mai partecipato ad una squadra, quindi mi resta solo l'opzione piratesca, che dal punto di vista professionale dovrei condannare come hostes humani generis. Quello che posso dire è che, per una felice combinazione di ottimi professori e compagni di classe straordinari, i miei anni alle medie prima e soprattutto al liceo poi, sono stati tra i più spensierati e allegri della mia vita. Andare a scuola era un divertimento. Nonostante ci fossero dei gruppi di compagni più affiatati (quando ci ritroviamo per una cena facciamo ancora riferimento ai Bambini Buoni, ai Bambini Cattivi e ai Bambini di Ponzio Pilato), avevamo un forte spirito di classe e abbiamo di sicuro dato filo da torcere a più di un professore con il nostro cameratismo. Se devo trovare un parallelismo immaginifico direi che eravamo un po' come Robin Hood e gli Allegri Compagni della Foresta.

5) Può condividere un breve ricordo, un episodio, della sua vita scolastica?
Le prime immagini che mi vengono in mente non sono particolarmente edificanti, del tipo io che mi calo con un lenzuolo dalla finestra della camera in gita scolastica, oppure il mio amico Sergio che entra dalla finestra della classe vestito da Babbo Natale e distribuisce regali al professore di Biologia per evitare di fare lezione, ma se smetto di ridere sento anche il silenzio religioso mentre ascoltavamo le lezioni di storia del Professor Torresani, le discettazioni tra noi sulla poesia di T.S. Eliot e quella voglia di cambiare il mondo che oso dire che ci è rimasta, anche oggi che abbiamo i capelli bianchi e delle mogli e dei figli che ci aspettano a casa.

6) Perchè scegliere oggi Argonne?
Perchè soprattutto oggi la scelta della scuola è fondamentale per assicurare il futuro dei nostri figli e perchè è palese che l'Italia ha bisogno non solo di buoni studenti ma di buone persone e la persona è al centro del progetto educativo dell'Argonne.

Si comincia!

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Promettiamo fuochi d'artificio dopo il periodo di rodaggio. In fin dei conti anche Mourinho vince sempre tutto al secondo anno...
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E per chi ci volesse venire a trovare: siamo in questi giorni alla Fiera MilanoCity per l'Incontro Mondiale delle famiglie allo stand D03.
Un sacco di novità!