mercoledì 12 settembre 2012

Società liquida e ragazzi tristi


Vi riproponiamo un post apparso sul blog FamiglieFelici, che ci fa riflettere sul cambiamento dell'istruzione e degli insegnamenti nell'era dei digital kids.



La scuola deve essere ripensata?  I figli della generazione digitale sono così diversi da avere bisogno di un modo diverso di insegnamento? Che tipo di servizio può, o per meglio dire deve, offrire un ambiente educativo i ragazzi e soprattutto alle loro famiglie?

Questo sono domande che ogni genitore potrebbe essersi posto mentre considerava la scelta della scuola migliore per i propri figli. In ogni caso è per rispondere a queste domande che intendiamo investire alcuni post, non necessariamente di fila, con l’aiuto di Louis Cardona, un creativo ed esperto educatore che ha messo a punto un innovativo approccio all’educazione dei ragazzi liceale che prenderà il via a settembre a Lugano.
Louis è da parecchi anni direttore del club giovanile della città svizzera ed è soprattutto un ottimo osservatore delle sfide e dei cambiamenti che gli adolescenti stanno affrontando oggi. Iniziamo perciò a chiedergli quali siano le principali prove che genitori ed educatori devono affrontare oggi per aiutare i giovani a crescere.
Per poter rispondere a questa domanda vorrei dapprima precisare come vedo la situazione attuale. Il terzo millennio avrebbe dovuto essere l’età del divertimento, della felicità, della libertà totale. Guardatevi in giro e che cosa vedete? Visi sorridenti? No, piuttosto facce scure, tristi, persone quasi disperate. Apparentemente liberi da ogni regola ma in realtà preda delle loro passioni. Questa è stata definita società liquida, grigia, resa fragile dal raggiungimento dei propri desideri invece che fortificata dalla lotta per conquistare i propri sogni. È piuttosto l’età del disagio. La questione è una sola: perché è successo? Qual è la ragione di questa disperazione? Che cosa dobbiamo cambiare? In quale modo possiamo aiutare i nostri ragazzi ad avere di nuovo la speranza?
E qual è la sua risposta a tutto questo?
Aiutarli a superare tre ostacoli che ritengo siamo le cause prima di questa situazione.
1. I ragazzi di oggi spesso non sono capaci d’impegnarsi se non ne sentono la passione: come si fa a studiare quando non si ha voglia? La “ferrea legge della voglia” rende schiavi di ciò che piace: il dovere del piacere. Il problema maggiore è che molti giovani sono convinti che fare sempre ciò che piace è il segno della propria libertà: il paradosso della “libertà che rende schiavi”
2. L’elettronica ha favorito nei  giovani “digital kids” atteggiamenti dinamici e creativi che spesso sono in conflitto con il modo tradizionale di fare lezione. Questo porta molti ragazzi validi ad avere un profitto scolastico insufficiente.
3. Lo sviluppo dei media ha cambiato la modalità di fruizione delle informazioni anche nei giovani di oggi: se nell’antichità bastava la parola a trasmettere, e se nell’ultimo millennio era necessaria anche la scrittura, oggi se il messaggio non è multimediale, se cioè non avvolge tutti i sensi, non viene raccolto se non in minima parte e viene perso e dimenticato rapidamente.

E le sue soluzioni innovative possono dare una risposta a questi problemi?
Certo che sì. L’Accademia Everest, che aprirà i battenti in settembre, e che non è un liceo, è il mezzo che abbiamo progettato per rispondere a questi tre problemi con tre soluzioni:
1.   L’educazione del cuore
2.  L’insegnamento proattivo
3. La neuropedagogia
Louis Cardona ci spiegherà come questi tre approcci funzionano in un prossimo post. Nel frattempo ci farebbe piacere sapere se siete d’accordo con lui nell’analisi della situazione attuale e nell’individuazione delle sue cause.


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