mercoledì 17 ottobre 2012

Imparare l’inglese in una scuola irlandese: ce lo racconta un alunno Argonne


Piernicola Giorgino

Un metodo efficacissimo per l’apprendimento dell’inglese è trascorrere un periodo all'esterno, vivere la lingua dal di dentro. 
Argonne e Monforte propongono a ragazzi e ragazzi di trascorrere un periodo in Irlanda durante l’anno scolastico. 
Dal 1985 la Rockbrook International svolge il programma “Un Trimestre in Irlanda” per ragazzi e ragazze stranieri, nelle due scuole Rockbrook e Rosemont ed anche in altre scuole a Dublino (elementari, medie e licei maschili e femminili) che condividono lo stesso progetto educativo di ispirazione cristiana. 

Vi abbiamo raccontato in questo post, come sarebbe stata la loro avventura prima della partenza; oggi vogliamo raccontarvi dal vivo questa esperienza. Abbiamo infatti chiesto a Piernicola Giorgino, un ragazzo di seconda media dell'Argonne, di raccontarci la sua esperienza "irlandese".

Come mai hai deciso di partire per l'Irlanda?
E’ il secondo anno che parto per l’Irlanda, ormai mi sento a casa a Dublino! Devo dire che questa esperienza la devo molto all’incoraggiamento dei miei genitori e di mio fratello maggiore; grazie a loro sono partito carico di entusiasmo e motivazione.

Cosa ti sei portato a casa di questa esperienza? 
Innanzitutto ho imparato a pensare e a parlare in inglese. Ho vissuto in una famiglia le cui abitudini sono assolutamente differenti da quelle della mia e per questo ho sviluppato una grande capacità di adattamento. Posso dire di considerare oggi la mia mamma irlandese come una vera zia. Le ho promesso che presto tornerò a trovarla con tutta la mia famiglia! Io e Mark, mio fratello irlandese, abbiamo frequentato insieme il college e abbiamo condiviso passeggiate, gite e pomeriggi insieme ai suoi amici e ai suoi fratelli e sorelle. Dublino è una città sicura e ho potuto girare anche da solo.A scuola ho conosciuto tanti ragazzi che si sono dimostrati veri amici.

Pro e contro di questa "avventura" lontano da casa?
Vivere un’esperienza di lontananza è, pur nella difficoltà, una forte spinta nella crescita. Ho mangiato talvolta cose che non gradivo senza battere ciglio, ho ubbidito senza discutere, ho collaborato nelle faccende di casa, mi sono adattato alle richieste dei docenti, ho superato la malinconia. La lontananza dalla mia famiglia milanese, mi ha fatto apprezzare le cose semplici di ogni giorno.

Consigli questa esperienza ad altri ragazzi della tua età? 
Assolutamente sì, perché è un’esperienza che fortifica e ti fa crescere.

Hai qualche aneddoto particolare da raccontarci? 
Ne avrei molti ma questo, in particolare, lo racconto spesso perché piace molto a mia madre. Quando si va a scuola in Irlanda, noi studenti, dobbiamo obbligatoriamente indossare la divisa del college: camicia bianca, cravatta, pullover grigio, pantaloni grigi e scarpe nere.
Un giorno, tornando da scuola in autobus con un mio amico italiano, mentre eravamo seduti abbiamo notato accanto a noi un gruppo di turisti italiani. Questi osservandoci hanno detto: ”Guardate questi due ragazzi con la cravatta! Vi immaginate se vedessimo in Italia dei ragazzi che vanno a scuola così, come sarebbe bello!”. A quel punto io e Alberto li abbiamo guardati e abbiamo detto loro: “Noi siamo italiani!”. Loro sono rimasti sbigottiti e anche felicemente sorpresi. Noi dal canto nostro oltre ad essere fieri della nostra italianità ci siamo sentiti un po’ cittadini del mondo.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.