venerdì 22 marzo 2013

Gli scacchi come disciplina scolastica: intervista al Prof.Francesco Carvelli

Abbiamo intervistato il Professor Francesco Carvelli, 65 anni, dal 30 maggio 1998 iscritto all’albo degli Istruttori Federali di Scacchi.

Il professor Carvelli, nei primi anni 90, matura la decisione di portare gli scacchi nella scuola dell’obbligo del comune di Cesano Boscone, dove insegnava, dopo aver studiato a fondo gli obiettivi didattici della scuola stessa e la perfetta compatibilità di questi con le capacità acquisite mediante l'attività scacchistica.   
Inizialmente i corsi furono affidati ad un maestro di scacchi che aveva una buona preparazione tecnica ed agonistica, ma nessuna esperienza didattica a livello di adolescenti. Questo fatto portò risultati assai deludenti: i ragazzi si iscrivevano in cento e dopo tre lezioni si presentavano in dieci. 

Studiando quanto si faceva nelle scuole fuori dall’Italia, decide di assumersi in prima persona la responsabilità di portare avanti la didattica degli scacchi. I risultati furono subito buoni: quattro finali nazionali, molte finali regionali e soprattutto la constatazione che l’esperimento migliorava le capacità logiche e caratteriali degli allievi in accordo con gli obiettivi della scuola. 
Con gli anni l’esperienza didattica si è affinata portando ad una differenziazione dei programmi per fasce di età, per genere, interessi e capacità particolari.

Anche gli strumenti si sono evoluti: dalla vecchia e gloriosa scacchiera magnetica si è passati al proiettore collegato al computer, dal manuale della federazione con tante parole e pochi diagrammi si è passati a “CHESS TUTOR” e “PERSONAL CHESS TRAINER” con migliaia di diagrammi e pochissime parole, dalla didattica frontale alla didattica interattiva, e così via.

Un altro strumento molto utile per la crescita dell’attività scacchistica giovanile è stata l’istituzione di tornei aperti a tutti i ragazzi della provincia e fuori. Il professor Carvelli organizza tali tornei da oltre venti anni. Da due anni si sta dedicando solo alle scuole FAES. I tornei mensili interscolastici che si disputano presso la nostra scuola sono sempre molto frequentati e hanno raggiunto un soddisfacente livello tecnico, peraltro in continua crescita, come dimostrano gli ottimi risultati conseguiti dalle rappresentative di Argonne e Monforte al campionato provinciale per scuole svoltosi a Cormano il 6 e 7 marzo.

In che modo la disciplina degli scacchi si inserisce nella didattica scolastica?
Le caratteristiche mentali che vengono maggiormente potenziate dalla pratica degli scacchi nelle scuole dell'obbligo sono: memoria, concentrazione lunga, pensiero creativo, problem solving, analisi e sintesi. Dal punto di vista formativo vengono sviluppati il rispetto dell'avversario, la valorizzazione del confronto, la valorizzazione dell'equipe nell'analisi di un problema.

Per rimediare all'eccessiva brevità dei moduli di insegnamento usiamo il computer collegato ad un proiettore per le spiegazioni, le verifiche e i tornei. Le spiegazioni durano circa dieci minuti e sono seguite immediatamente dalla verifica corrispondente. I risultati delle verifiche sono registrati su una tabella che permette agli alunni di verificare in tempo reale i propri progressi. Gli argomenti e gli esercizi sono graduati in modo da permettere a tutti gli alunni di salire di livello in modo semplice. Agli alunni è richiesto solo un po' d'attenzione:il metodo didattico  è basato sullo sviluppo della memoria mediante la ripetizione di figure simili. 

Ci sono differenze nell'approccio con gli scacchi tra i maschi e le femmine?
Nelle prime classi delle elementari le bambine sono molto più attente dei maschi durante le spiegazioni, inoltre hanno un rendimento parecchio più alto nella soluzione degli esercizi proposti. I maschi, al contrario, preferiscono giocare subito e si divertono molto di più durante le verifiche che non durante la presentazione dei concetti.I maschi arrivano prima delle bambine a ottenere buoni risultati nei tornei, ma le bambine giocano partite più corrette dal punto di vista teorico.
Le differenze diventano meno evidenti dopo la quarta elementare, anche se le ragazze continuano a essere più ortodosse nella conduzione delle partite.

Quanto tempo della settimana scolastica dedicate a questo "sport"?
Nella scuola Monforte dedichiamo agli scacchi due moduli orari per settimana (OTTIMO!), ma solo per metà anno scolastico. In Argonne invece i corsi durano tutto l'anno (OTTIMO!), ma solo per un modulo settimanale. 

I ragazzi partecipano unicamente a sfide all'interno della scuola o si misurano anche in incontri extrascolastici?
I tornei mensili aperti a tutte le scuole di Milano integrano il lavoro scolastico e fanno fare un salto di qualità agli alunni che li frequentano.
Nella scuola FAES gli scacchi sono una disciplina rivolta a tutti come musica, educazione fisica, matematica ecc. Nelle altre scuole un gruppo ristretto di alunni sceglie di seguire l'attività scacchistica con finalità prevalentemente agonistiche. Nelle altre scuole, quindi l'attività è diretta ad un target di eccellenza. Da noi è il contrario perché il bambino meno portato ci dice che siamo lì per lui. 
Comunque anche sul piano agonistico abbiamo ottenuto ottimi risultati a livello regionale e nazionale.


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