lunedì 18 marzo 2013

Ragazzi e tecnologie: scuola e nonni

Torniamo sull'argomento ragazzi e nuove tecnologie. Tema a noi caro e molto attuale in questo periodo in cui sempre più i nuovi media digitali stanno facendo capolino nella vita di tutti i giorni.



Vogliamo proporvi due articoli che trattano l'argomento in questione. 

Il primo è un Vademecum per ragazzi, e per i loro genitori.
L'autore infatti, riprendendo un articolo del Corriere della Sera, denuncia la situazione attuale che vede i ragazzi costantemente accompagnati nei piccoli gesti quotidiani da queste "tecnologie che distraggono ": se usate in maniera poco matura e consapevole possono «trasformare la realtà in un insieme confuso di frammenti, difficili da ricordare e, soprattutto, da rielaborare.»  L'articolo prosegue affermando che 40 professori italiani hanno notato un cambiamento rapido delle capacità di analisi e di apprendimento dei loro studenti, una regressione secondo loro «imputabile all'uso sfrenato dei nuovi strumenti di comunicazione che rischia di addormentare le capacità di ragionamento e memoria». 
Viene quindi proposto una serie di regole utili per non farsi sopraffare da questi mezzi moderni di socializzazione e rischiare di perdersi le cose che la vita quotidiana offre. 

Il secondo articolo, Corriere della Sera - E.Segantini - 1 Marzo 2013, fa presente che, con l'avvento nei nuovi media e di internet come fonte di sapere, i ragazzi chiedono sempre meno aiuto ai nonni, ai genitori e alla scuola per avere informazioni e risolvere dubbi di qualsiasi genere, dal come si attacca un bottone a chi ha vinto la guerra fredda. 
« I ragazzi tendono a padroneggiare completamente un alfabeto che non solo gli anziani, ma spesso neppure i genitori e la scuola sanno usare in modo evoluto. È vero, non si può ridurre tutto a tecnica, computer e smartphone: ma se non parli quella lingua non puoi dialogare con loro. Il rischio è che si ribalti definitivamente l'asimmetria sulla quale si basa la relazione educativa: un anziano che insegna, un giovane che impara. Ma il rischio più grande è quello di perdere credibilità agli occhi dei nipoti, che pure continuano a riconoscere loro la nobile funzione di raccontatori di storie, di cui i bambini sono avidi, e in cui per ora gli anziani sono insostituibili».

Un articolo con cui non sono così d'accordo. Si, possiamo dire che i ragazzi chiedono sempre meno e che sicuramente le risposte sono più immediate di prima: se ho bisogno di sapere dov'è una città, ci metto un secondo con Google, Wikipedia o qualunque altro motore di ricerca, e questo vale per ogni dubbio abbiamo.
Ma da qui a dire che i nonni perdono credibilità agli occhi dei ragazzi ce ne passa di strada! Stiamo dicendo che i ragazzi sono incapaci di capire che non sono i nonni che si sono "rincretiniti" e non sanno più le cose, ma che è la società che si è evoluta e sta globalizzandosi sempre più, che sono le informazioni che girano ormai con una velocità incredibile e colpiscono con un raggio di azione quasi mondiale.
Ritengo che i nipoti sappiano che i loro nonni sono una fonte di sapere imprescindibile, per le cose che riguardano la loro vita personale, la storia che hanno vissuto, e come dice l'autore sono "raccontatori". Ma sono davvero contraria all'affermazione conclusiva dell'autore «Se vogliono restare centrali, i nonni devono darsi molto, molto da fare.». 

E voi cosa ne pensate? 



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