lunedì 8 aprile 2013

Educazione omogenea a scuola: differenze che fanno... la differenza!



In tutto il mondo circa 40 milioni di ragazzi e ragazze usufruiscono di un’educazione differenziata in base al sesso. I dati sull’efficacia di tale modello educativo sono abbastanza documentati. Per esempio, in Australia esistono attualmente 1479 scuole differenziate, delle quali 139 sono pubbliche. Nel 2001 si è conclusa la ricerca dell’Australian Council for Educational Research, un organismo indipendente di ricerca che ha seguito 270.000 studenti nell’arco di sei anni. Il rapporto ha concluso che gli alunni educati in classi omogenee avevano ottenuto risultati scolastici tra il 15 e il 22% migliori rispetto ad alunni appartenenti a scuole miste.
In Gran Bretagna, invece, ci sono 1902 scuole differenziate per ragazzi e per ragazze: 416 state schools e 676 independent schools. Gli ultimi risultati dicono che 81 delle 100 scuole con i migliori risultati sono single-sex. 
La proposta dell’educazione differenziata è un progetto che favorisce l’inclusione sociale, come avviene per esempio dal 2002 in quartieri di New York quali Harlem e Bronx, dove il 70% della gente vive sotto i limiti di povertà. E ciononostante grazie all’educazione differenziata vi si ottengono, per esempio, indici di accesso all’università superiori alla media di tutta la città. Questi e altri risultati sono il frutto della personalizzare dell’attività educativa, finalizzata alla valorizzazione di ciascun alunno/a, con le sue concrete peculiarità, con la sua originalità, con il suo essere maschio o essere femmina.
Tenere conto a scuola del fatto che neurologia, genetica e psicologia evolutiva suggeriscono che alcune differenze tra maschi e femmine sono innate e non prodotte dalla società è il presupposto per garantire realmente pari opportunità sociali e lavorative agli uomini e alle donne di domani. In questa prospettiva, l’educazione differenziata prevede modalità e strategie didattiche differenti, ma il programma per i ragazzi e le ragazze è lo stesso, la preparazione che si esige ha la medesima qualità, il livello dei docenti è analogo.
Negli ultimi decenni si sono moltiplicate le ricerche, che hanno offerto informazioni preziose per l’attività docente.
Per esempio, è stato osservato che i maschi sono più avventati, mentre le femmine più  riflessive. Ai ragazzi, inoltre, piacciono l’azione, la competizione, gli oggetti inanimati e sono maggiormente sobri nel manifestare i propri sentimenti. Lo sviluppo intellettivo, affettivo, verbale, esperienziale e maturativo di una ragazza di quattordici anni equivale a quello di un ragazzo di diciassette o diciotto anni. Non è strano quindi che le prestazioni scolastiche di molti  ragazzi peggiorino a causa del continuo confronto con le ragazze, che produce su di loro un effetto inibitorio, con conseguenze negative anche in ambito relazionale. 
Tenere conto di questi dati, spesso fa la differenza. E’ stato ribadito che occorre una specifica formazione dei docenti alle tematiche della valorizzazione delle specificità femminili e maschili, ma anche che la semplice separazione dei sessi non è di per sé sufficiente a garantire una reale educazione differenziata.


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