venerdì 5 luglio 2013

Ma quali bamboccioni?! I giovani vogliono viaggiare!

"I laureati italiani sono sempre più giovani, conoscono meglio l'inglese e per avere un lavoro sono disposti a lasciare la casa di mamma e papà." Così Almalaurea ha descritto i giovani dopo uno studio condotto nel 2012 che ha coinvolto 227 ex studenti laureati. I giovani sono disposti a viaggiare per lavoro, altro che bambocconi come li avevano descritti qualche mese fa. 

Ecco l'articolo completo.


Almalaurea, la fotografia dei nuovi laureati.
Più giovani e pronti a fare la valigia

Lo studio ha coinvolto 227 mila ex studenti. L’età media passa da 26,8 del 2004 a 24,9 anni del 2012: 23,9 anni per il primo livello; 25,2 anni per le lauree magistrali. Per un lavoro sono disponibili a muoversi. Tramonta lo stereotipo del "bamboccione"di ROSITA RIJTANO

Ragazzi bamboccioni? Forse un tempo, di sicuro non più. È ciò che emerge dal rapporto di Almalaurea 2012 che ha coinvolto quasi 227 mila ex studenti. I laureati italiani sono sempre più giovani, conoscono meglio l'inglese e per avere un lavoro sono disposti a lasciare la casa di mamma e papà. Commenta Andrea Lenzi, presidente del Consiglio universitario nazionale: "Il rapporto dimostra che è meglio essere laureati, ed è meglio laurearsi da giovani, avere avuto esperienze di studio all'estero e di stage per un lavoro futuro migliore e più retribuito". 

La pergamena arriva prima. L'età media dei giovani laureati passa infatti da 26,8 del 2004 a 24,9 anni del 2012: 23,9 anni per i laureati di primo livello; 25,2 anni per i magistrali; 26,1 per i magistrali a ciclo unico. Non solo. Se potessero tornare indietro 66 su cento sarebbero disposti a ripetere l'esperienza appena compiuta, nello stesso percorso di studio della stessa università. E in più diminuisce vertiginosamente la quota degli studenti fuori-corso: i laureati in regola con i tempi erano poco meno del 10% nel 2001, sono diventati il 41% nel 2012.

Frequenza alle lezioni, Erasmus e stage. Sessantotto studenti su cento dichiarano di aver seguito più del 75 per cento degli insegnamenti previsti. Gli studi all’estero con i programmi Erasmus, dopo una prima contrazione negli anni successivi all’avvio della riforma, hanno ripreso quota. Assai diffuse risultano anche le esperienze di tirocinio e stage riconosciuti dal corso di studi. Sono esperienze che entrano nel bagaglio formativo di 60 laureati su cento: 88 su cento neodottori in agraria e del gruppo insegnamento, 85 di quello delle professioni sanitarie, ma anche 43 laureati su cento del gruppo economico-statistico e perfino 36 neodottori su cento nelle materie giuridiche. Crescente, ma ancora deludente, la capacità attrattiva delle nostre università verso giovani di altri Paesi che raggiunge il 3,5 per cento degli iscritti. Anche su questo versante il confronto internazionale restituisce l’immagine di un ritardo preoccupante (nei Paesi OCSE tale quota è pari all’8 per cento). 

I sogni dei neo laureati. Innanzittutto il lavoro. Aumentano la richiesta di stabilità, di sicurezza sul posto di lavoro, il desiderio di fare carriera e avere un'occupazione caratterizzata da ampi margini di autonomia. Fra il 2004 e il 2012 sale anche la quota di laureati che cercano uno sbocco nel settore pubblico (circa uno su cinque), anche se le prospettive di un inserimento stabile sono contenute. Poco importa il luogo. Aboliti gli stereotipi, i ragazzi italiani sono disponibili a effettuare frequenti trasferte di lavoro (31 per cento), e perfino il trasferimento di residenza che nel 2012 riguarda ben il 44 per cento del complesso dei laureati.

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