venerdì 22 novembre 2013

Leggere per crescere, leggere per divertirsi, leggere per imparare...sia in cartaceo che in tablet ovviamente!

«Nati per leggere» è un’associazione destinata a promuovere la lettura e i libri presso i bambini piccoli e piccolissimi.
«Nati per leggere» sostiene che siamo nati per fare tante cose, tra queste leggere, ma che purtroppo, per lo meno in Italia si finisce a leggere sempre meno o per non leggere del tutto.
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«Nati per leggere» ha tre grandi vantaggi. Il primo è quello di legare la lettura alla nascita, o per meglio dire di proporla come la vera nascita, di trasformarla da un fatto culturale in un fatto naturale, quasi biologico. Il secondo di essere una sorta di rivendicazione e di protesta per un mancato riconoscimento e dunque per converso una specie di dichiarazione di intenti, un programma d’azione. Il terzo di essere, nella sostanza, vero. Siamo nati, come spiegò qualche tempo fa François Jacob, per trasmettere il messaggio genetico che abbiamo ricevuto. E sta bene. Ma è anche vero che questo non è un tratto specifico della specie umana, dell’Homo sapiens, bensì è comune a tutto il vivente, animale o vegetale che sia. Se vogliamo venire più vicino a noi e cercar di isolare ciò che davvero identifica e determina l’umanità e il suo destino, il che cosa ci stiamo a fare al mondo, finiamo obbligatoriamente per passare dalla scrittura e dunque dalla lettura. In un senso profondo ed essenziale noi siamo davvero nati per leggere.
Oggi le neuroscienze sono in grado di dare una risposta molto più accurata di quindici anni fa riguardo al momento in cui l’uomo inizia a capire che leggere è una fonte di benessere, quando iniziamo ad entrare nel mondo dei libri. E la risposta è: prestissimo. Non solo nei primissimi anni, ma nei primi mesi di vita: iniziamo con la visione di immagini e di colori che hanno un significato e portano con se una storia; e ancor prima quando vi sono solo suoni, ma tra questi suoni c’è una voce, e la voce – calda, affettuosa e materna – parla e racconta, e parla e racconta proprio a te, lì si è iniziata ad aprire la porta segreta che ha fatto dei neonati o dei bambini piccoli che siamo stati i lettori di oggi.
Se si vuole portare alla lettura quelli che oggi ne sono privati o esclusi bisogna cominciare presto, prestissimo. È vero, naturalmente, che non è mai troppo tardi. Ma questa è una verità individuale, vale per i singoli e sottintende un impegno, uno sforzo e una fatica immani. La verità dei grandi numeri è al contrario che il treno perduto nella primissima e prima infanzia non ripassa più, non lo si può più riprendere, che chi è rimasto escluso allora lo resterà per sempre.
Il primo e più immediato obiettivo di «Nati per leggere» e del suo stratega e presidente, il pediatra Giorgio Tamburlini – un italiano di frontiera (è triestino) asciutto e risoluto – è proprio diffondere il più possibile questa consapevolezza, far sì che mano mano divenga comprensibile a tutti i genitori che il destino dei loro bambini si gioca in gran parte lì, tra quei libretti colorati. Poi potrà venire tutto il resto. E alla fine anche questi bambini, come i grandi e forti lettori adulti di oggi, potranno dimenticare come hanno cominciato a leggere, crederanno di averlo sempre fatto e costruiranno su questo gli opportuni ricordi. Perché saranno non programmaticamente, ma nella realtà, nati per leggere. E cresciuti leggendo.
(Fonte Corriere della Sera – 7 Ottobre 2013, p.42 Gian Arturo Ferrari)

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