venerdì 28 novembre 2014

It was the night before Christmas


Le scuole FAES Monforte e Argonne sono liete di ospitare un doppio incontro dedicato alle favole di Natale in inglese per i bambini di 4 e 5 anni.

English storytime e laboratorio creativo di Natale.

Vi aspettiamo martedì 9 dicembre presso la scuola Monforte di via Amadeo 11 e mercoledì 10 dicembre presso la scuola Argonne di via Fossati 2 dalle 16.30 alle 18.00.

NON MANCATE!

giovedì 20 novembre 2014

FAES Argonne: Avvento di solidarietà


Anche quest’anno la Scuola FAES Argonne vuole dare un contributo concreto alla Suore Francescane che gestiscono la mensa di via Ponzio.

In questo periodo di Avvento abbiamo quindi attivato una raccolta  di materiali, suggeriti dalle Madri stesse.
Approfittando di  questa bellissima occasione, i maestri incaricati ed i professori parleranno ai vostri figli dell’ importanza della Generosità e della  Solidarietà.

I materiali suggeriti sono: 
  • spazzolino + dentifricio
  • pacchetto di cioccolatini

Potranno essere portati in classe, fino a giovedì 4 dicembre. 

Poi, una volta conclusa la raccolta, tutti i doni verranno consegnati alle Suore dai ragazzi stessi.


mercoledì 19 novembre 2014

Nonni Day!

Iniziano gli appuntamenti dedicati ai nonni!
Dopo i genitori i nonni sono infatti le persone che più vogliono bene ai nostri bimbi.
E per ogni bimbo il nonno e la nonna sono persone speciali. 
I bimbi di 5 anni e le loro maestre vorrebbero dedicare un pomeriggio ai loro nonni e alle loro nonne e renderlo indimenticabile!

Venerdi 28 novembre dalle 13,45

Insieme alla nostra direttrice Fiorenza Seghetti accoglieremo i nonni nelle classi dove organizzeremo dei fantastici laboratori creativi.
Dopo tanta creatività, alle ore 16,00 una gustosa merenda tutti insieme.
E nei prossimi mesi l’iniziativa verrà proposta anche nelle altre classi!

Vi aspettiamo!!!

domenica 16 novembre 2014

Ambrogino d’oro al FAES

40 anni di eccellente attività educativa premiati dalla città di Milano.


E’ dal 1925 che la città di Milano consegna il 7 dicembre un riconoscimento ad alcuni cittadini particolarmente meritevoli: le Civiche Benemerenze intitolate al Santo Patrono.

Quest’anno Il 7 dicembre, quando saranno consegnati gli Ambrogini, verrà premiata con questo importante riconoscimento l’Associazione FAES.
Fra le motivazioni del riconoscimento c’è quella di “additare alla pubblica estimazione tutti coloro che con opere concrete abbiano giovato alla città di  Milano”, possiamo dire che le Scuole FAES da 40 anni lavorano per promuovere la collaborazione tra famiglia e scuola nell’educazione dei giovani e in questi anni hanno formato ormai più di 10.000 studenti milanesi.

Nel 1974 quando un gruppo di giovani famiglie ha dato vita alle Scuole FAES  non era facile parlare di famiglia e scuola, ma le persone che si riunivano in quell’Associazione pensavano di perseguire un progetto costruttivo e fondato su valori profondi.  
L’intento era quello di far nascere una scuola dove le famiglie e gli studenti trovassero strumenti di formazione personale e culturale capaci di resistere alle mode e ai condizionamenti.

Quel temerario proposito va avanti ormai da 40 anni!
Un bel regalo per tutti, per il lavoro fatto da ciascuno.

giovedì 13 novembre 2014

Giornata Mondiale della Gentilezza


Oggi, martedì 13 novembre, è la Giornata Mondiale della Gentilezza. La data non è stata scelta casualmente, in quanto coincide con la giornata di apertura della Conferenza del "World Kindness Movement", il movimento mondiale per la gentilezza, svoltasi a Tokio nel 1997 e conclusasi con la firma della Dichiarazione della Gentilezza.

Nella giornata di oggi, dunque, ci si dovrebbe sentire spinti, più di altre volte, a riflettere sulla bontà dei nostri gesti e delle nostre parole. Basta poco per rendere il mondo migliore, ma non sempre ci ricordiamo di essere parte della soluzione alla scortesia, alla maleducazione ed alla tensione come atteggiamenti e stati d'animo che magari più di una volta al giorno ci appaiono imperanti, non soltanto nella normale vita domestica o lavorativa, ma anche semplicemente affacciandoci sulle pagine dei Social Network, dove toni indelicati e frasi taglienti stanno contribuendo a trasformare il web in una valvola virtuale di sfogo sempre più priva di gentilezza.

Per cercare di porre fine ad arroganza e maleducazione, proviamo a seguire lo slogan che l'associazione "Gentletude" ha prescelto per promuovere la Giornata della Gentilezza: "La gentilezza, come un virus, coinvolge chiunque ne venga a contatto. Il 13 novembre è l'occasione perfetta per diffonderla". Il virus dell'arroganza e dell'aggressività dovrebbe essere sostituito dal seme della gentilezza, nei confronti delle persone che incontriamo o con cui entriamo in comunicazione.

A Tokio, la Dichiarazione della Gentilezza si era conclusa con parole che invitavano alla cura e alla protezione di tutti coloro che ci circondano, persone e amici animali, e dei luoghi in cui ci troviamo a vivere. Lo sottolinea nuovamente l'associazione "Gentletude", in occasione della speciale giornata odierna dedicata alla gentilezza. Ciò in cui dovremmo impegnarci è: "guardare oltre noi stessi, oltre i confini dei diversi paesi, oltre le nostre culture, etnie e religioni. Insomma, di renderci conto che siamo cittadini del mondo e che, in quanto tali, abbiamo spazi e presenze da condividere, abbiamo dei luoghi pubblici da curare, degli animali da proteggere, un sistema da conservare e uomini da accogliere e valorizzare. Se vogliamo dare avvio a un miglioramento, se vogliamo raggiungere l'obiettivo di una coesistenza non solo pacifica ma anche di crescita, dobbiamo focalizzare la nostra attenzione e le nostre cure su quello che abbiamo in comune. Solo così possiamo essere parte di un mondo migliore".

L'associazione ha deciso di mettersi in gioco in prima persona per poter contribuire alla diffusione della gentilezza e vuole coinvolgere gli utenti del web e non solo in un'iniziativa che prevede la possibilità per privati e aziende di scaricare dal web dei bigliettini da stampare e da distribuire nella giornata di oggi.

Essi recitano così: "Ci sono giorni che non sono uguali agli altri. Facciamo di tutto per ritrovare il piacere di essere gentili. Grazie". Una delle possibilità, è quella di posarli sulla scrivania dei colleghi, a fianco di una caramella o di un cioccolatino, per iniziare a compiere dei gesti concreti di gentilezza.

Essere gentili non costa nulla e fa bene sia agli altri che al nostro animo. Perché allora non impegnarci di più ad esserlo tutto l'anno?

martedì 11 novembre 2014

#unamoredilibro Semplicità e passione, così si insegna a leggere davvero


di Paolo Di Stefano


Si dice che bisognerebbe far di tutto per innalzare il tasso della lettura in Italia. Si fa pochissimo, ma qualcosa si fa: per esempio, le Giornate della lettura (Libriamoci) volute dal ministero dei Beni culturali e dal ministero dell’Istruzione, per comunicare il piacere del leggere. Un’iniziativa cui il Canale Scuola del Corriere ha dato il suo contributo, aprendo l’hashtag #unamoredilibro per chi volesse segnalare il suo libro preferito. 
Si trattava semplicemente di leggere ai giovani dei brani ad alta voce, senza immagini, senza schermi, senza musiche, in silenzio, affidati solo alle corde vocali di scrittori, insegnanti, giornalisti, attori, cantanti, persino ministri. Il commento, eventualmente, veniva dopo. Ma non un commento scolastico: un commento sentimentale, perché si voleva trasmettere un’emozione, semplicemente , l’emozione che ispira un’opera amata, e dire le ragioni di questo amore. 

Mi è capitato di leggere in due aule magne di Milano stracolme una celebre pagina della Cognizione del dolore di Carlo Emilio Gadda, non un autore facile. Una vecchia madre vaga in solitudine nella casa ripensando al figlio morto e cercando i resti di una vita negli oggetti, nei muri. Non una lettura allegra. Poi qualche poesia (Montale, Saba...) e magari un paio di pagine da Pinocchio: la fuga del burattino dal Gatto e dalla Volpe, che sembra la sequenza rocambolesca di un film d’azione. Insomma, cose semplici , niente di speciale si direbbe, se non fosse stata invece la scoperta banale di un meccanismo-base, la parola detta e l’ascolto, senza mediazioni. 

Noi adulti spesso, pensando ai più giovani, immaginiamo masse ottuse distratte da tutto, con le cuffie nelle orecchie e gli occhi fissi sui tablet. Ma alla fine, davanti a quei ragazzi pensavo: com’è facile, in fondo, richiamarli all’attenzione, all’ascolto, senza esercizi ermeneutici, scomposizioni strutturali, analisi, comunicando una passione autentica, se c’è, che si incrocia con la vita. 
Certo, questa passione deve esserci: nella comunicazione con i ragazzi la passione è (quasi) tutto, purtroppo. Dico purtroppo perché la passione non te la puoi inventare. Gli insegnanti, a differenza di altri professionisti, sono pressoché obbligati ad averla, la passione, un sentimento contagioso come il suo contrario, la noia e l’obbligo. Ma la domanda è: gli insegnanti sono a loro volta lettori entusiasti, al punto da riuscire ad accendere il desiderio irresistibile di leggere? Per non dire dei genitori... 

Si sarà notato che ho usato spesso l’aggettivo «semplice» e l’avverbio «semplicemente». Forse, per restituire ai ragazzi il piacere di leggere, bisognerebbe tornare, sin dall’infanzia, a questa azione primitiva, originaria, che è stata per secoli una delle pratiche più intense e più affascinanti per l’essere umano: il racconto a voce alta, i genitori ai figli, gli insegnanti (e non solo loro) agli studenti. È veramente impossibile che qualcuno (padre, madre, docente) imponga il piacere del leggere senza provarne piacere egli stesso. E ci si chiede, guardando negli occhi questi ragazzi, come faccia una società a promuovere la lettura se gli adulti la considerano l’ultima delle attività degne di attenzione. Basti pensare che non esiste in Italia una politica di promozione del libro e che in un mondo dominato dalla pubblicità non è mai stato elaborato un messaggio in grado di trasmettere l’idea del leggere come piacere profondo, ricco, indispensabile per la vita. 


Mi diceva un’insegnante di italiano: «Sa, questi ragazzi anche volendo non hanno tempo di leggere, perché tornano a casa e devono mettersi a studiare per il giorno dopo». Verrebbe voglia di invitare gli studenti alla ribellione. Al motto: studiare meno, leggere di più.